Rees Martin - 1997 - Prima dell'inizio. Il nostro universo e gli altri by Rees Martin

Rees Martin - 1997 - Prima dell'inizio. Il nostro universo e gli altri by Rees Martin

autore:Rees Martin [Rees Martin]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Science, Cosmology
ISBN: 9788870785081
Google: U7fqPQAACAAJ
editore: Cortina Raffaello
pubblicato: 1998-12-14T23:00:00+00:00


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RITORNO ALL’INIZIO

Col crescere della distanza la nostra conoscenza sbiadisce assai rapidamente. Finiamo col raggiungere quell’indistinta frontiera segnata dai limiti estremi del nostro telescopio. E qui misuriamo ombre, e persi in mezzo a fantasmatici errori di misurazione cerchiamo di trovare punti di riferimento, ahimè, a loro volta dotati di ben poca sostanza. Ma la ricerca continuerà. Fintanto che le risorse empiriche non saranno completamente esaurite non dovremo avventurarci nel regno dei sogni della speculazione.

EDWIN HUBBLE, Realm of thè Nehulae (1936)

Stiamo arrivando a capire come, iniziando con un semplice Big Bang, possa esserne emerso dopo qualche frazione di secondo il nostro cosmo attuale, così complesso e ricco di struttura. Ma perché il nostro universo era così ben “sintonizzato” da espandersi a una velocità che apparentemente è stata regolata con tanta precisione? Un altro fatto sorprendente è che il suo tasso di espansione sia lo stesso in tutte le direzioni. Perché il nostro universo è stato dotato della miscela di atomi e radiazione che possiamo osservare? Perché, nonostante la sua uniformità complessiva, contiene quelle fluttuazioni, quelle “increspature” senza le quali gli atomi sarebbero rimasti un gas amorfo e freddo? Perché i semplici “modelli cosmologici” (che risalgono ai lavori di Aleksandr Fridman degli anni Venti) ci danno approssimazioni così meravigliosamente buone? Perché il nostro universo ha quell’uniformità che rappresenta un prerequisito del progresso della cosmologia?

Sono tutti problemi davvero fondamentali. Ma non c’è

nulla di nuovo in questo genere di domande. Torniamo indietro di 300 anni, a Newton. Aveva mostrato perché i pianeti percorrono orbite ellittiche muovendosi intorno al Sole, un fatto che già Keplero aveva scoperto ma che continuò a sembrare misterioso fino a che Newton non dimostrò che era una conseguenza diretta della sua legge dell’inverso del quadrato della distanza, della legge di gravitazione universale. Ma rimaneva un mistero, agli occhi di Newton stesso, perché i pianeti fossero organizzati in modo che le loro orbite fossero collocate quasi sullo stesso piano. N<àYOttica scriveva: “Il cieco fato non potrebbe mai far muovere tutti i pianeti in orbite concentriche tutti allo stesso modo [...]. Tale meravigliosa uniformità del sistema planetario deve essere spiegata come risultato ed effetto di una scelta”.

Questa coplanarità è stata oggi compresa: è una naturale conseguenza dell’origine del sistema solare, nato da un disco di polveri rotanti che si condensò nei pianeti (vedi capitolo 1). Ma la demarcazione stridente fra i fenomeni che si spiegano in termini di leggi conosciute e quelli che dipendono da misteriose “condizioni iniziali” esiste ancora, acuta come ai tempi di Newton: in certe situazioni siamo ancora ridotti a dirci che “le cose sono quelle che sono perché erano quelle che erano”. I progressi della ricerca hanno sospinto indietro questa barriera, a tempi enormemente precedenti l’origine del nostro sistema solare, addirittura fino all’epoca in cui il nostro universo era una palla di fuoco caldissima, dieci miliardi di gradi, che si era espansa per la durata di un solo secondo, tutta uniforme, salvo che per lievi increspature che si condensarono, molto, molto più tardi nelle strutture del cosmo.

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